La storia che caratterizza la Maremma è quella tipica di un luogo che per molti secoli è stato scenario della vita di popolazioni che l’hanno resa celebre e che hanno contribuito a darle un’identità. Tra queste, quella che più di tutte le altre è riuscita a caratterizzarne profondamente la storia è rappresentata dal popolo Etrusco, che fin dai primi decenni del IV secolo a.C. si è insediato tra queste colline e ne ha fatto la propria dimora, fino all’arrivo dei romani che, prepotentemente, si imposero con  violente invasioni su tutto il territorio toscano.

Uno dei luoghi in cui è maggiormente evidente la presenza di una passata civiltà etrusca in Maremma è la zona del Ghiaccio Forte,  un piccolo appezzamento di terra che per molte centinaia di anni ha racchiuso in sé i tesori ed i segreti di questo popolo, ma che per fortuna oggi sono visibili a tutti noi, perché conservati presso il Museo Archeologico di Scansano. I primi scavi importanti sono avvenuti intorno agli anni ’80 e hanno portato alla luce una serie di oggetti, di reperti, attraverso i quali gli studiosi hanno avuto la possibilità di ricostruire in modo fedele e dettagliato, o quasi, la vita di questo popolo. La prima grande scoperta degna di essere menzionata è quella risalente agli scavi del 1981, grazie ai quali è stato rinvenuto un “forno fusorio”; una cavità di forma circolare ricoperta da una enorme lastra di travertino a forma rettangolare. Dal suo interno è stato estratto del materiale melmoso dalla cui analisi sono risultate tracce di cenere, carbone e altro materiale bruciato, la cui presenza ha fatto supporre l’abitudine di questa popolazione ad un uso continuo ed abituale del fuoco. Dopo queste analisi preliminari, gli archeologi hanno concepito l’idea che tale cavità fosse adibita a fornace, utilizzata molto probabilmente per forgiare armi e creare altri utensili. Il complesso di materiali rinvenuti, oltre ad essere di un’abbondanza considerevole, permette una catalogazione molto dettagliata di oggettistica che possiamo suddividere in due grandi categorie: quella in materiale metallico e quella in materiale ceramico. Gli oggetti appartenenti alla categoria dei metalli sono ulteriormente suddivisibili in: ferro (per la maggior parte dei casi) e bronzo, assenti invece i metalli preziosi. Tali oggetti sono stati repertati come armi, utensili e monili; tra le armi, esclusivamente in ferro, dobbiamo ricordare soprattutto vari puntali di lance, giavellotti, asce e spade. Di notevole importanza è stato il ritrovamento, durante i primi scavi, di una bellissima spada con fodero, che è possibile ammirare presso il Museo Archeologico. Per quanto riguarda gli utensili, fabbricati sia in bronzo che in ferro, possiamo oggi ammirare varie tipologie di bottoni, chiodi di varie dimensioni e per vari utilizzi (ganci per sostenere oggetti appesi), “spiedoni”, tenaglie da forgiatore, “rosticci” in ferro, cerchioni di ruote, campanelle di ferro e, molto interessante, anche il ritrovamento di una “laminetta” in bronzo, probabilmente utilizzata per la lavorazione di filati. Molto più numerosi sono gli utensili in ferro che, purtroppo, data la natura del materiale, sono oggi quasi del tutto ossidati, quindi non in buone condizione di conservazione e di difficile interpretazione. Per quanto riguarda infine i monili, in bronzo, interessanti sono gli esempi di: spilloni, fibule, orecchini ed anelli, molto comuni in quel periodo. Un elenco altrettanto ricco di reperti è quello riguardante i materiali in ceramica, tra i quali dobbiamo ricordare i  vasi di uso domestico, altro vasellame vario, brocche di varie forme e dimensioni, terrecotte, coppe, ciotole, anfore, olle (recipienti privi di anse che venivano utilizzati per la cottura o, nelle popolazioni più antiche, per custodire le ceneri di un defunto), tutti in grande quantità. La presenza di una così ampia varietà di oggetti e materiali ha indotto gli studiosi ad ipotizzare l’esistenza di fabbriche diverse e di locali adibiti a laboratori ed officine artigianali. Alla fine delle campagne di scavo, gli studiosi si sono ritrovati tra le mani  un’ingente quantità di reperti grazie ai quali è stato possibile risalire al tipo di vita che le genti etrusche trascorrevano in questo luogo; vale a dire una vita dedita soprattutto al lavoro artigianale, al miglioramento delle proprie condizioni di adattamento alla zona, al commercio e alla comunicazioni con le popolazioni circostanti, alla difesa, ed eventualmente, alla guerra. Queste serie di oggetti sono state a lungo conservate presso le sale del Comune di Scansano e Magliano, ma, dopo l’ideazione di un grande progetto, oggi sono tutte conservate presso il Museo Archeologico di Scansano, dove, seguendo un particolare itinerario, è possibile rendersi veramente conto di come il popolo etrusco è riuscito per tanti decenni a vivere pacificamente e serenamente in queste zone, che hanno dato loro protezione ed i frutti per il proprio sostentamento.