Cenni introduttivi

Scarlino è una piccola cittadina in provincia di Grosseto, sulla costa tirrenica, che conserva intatto l’aspetto medioevale.

Ambiente e territorio

Si trova a soli 300 metri di altitudine, nelle Colline Metallifere, nel versante settentrionale di Poggio Ballone, sul Monte Alma, territorio ricco di scavi archeologici.
Il paese è un importante centro industriale per la produzione dell’acido solforico e la lavorazione dei minerali estratti dalle miniere di Niccioletta e Boccheggiano.Le risorse agricole invece sono sempre state marginali; a parte poche coltivazioni di vite, frutta cereali.
È uno dei comuni che fa parte del Parco Interprovinciale di Montioni; il parco ha la sede principale nel comune di Follonica. Tuttavia, da lì è possibile accedere alla zona delle Bandite di Scarlino, tramite alcuni sentieri, che portano fino alle cave di Allume e alla Pievaccia, ed effettuare visite guidate a tutta la zona.
Le Bandite è una zona già molto attrezzata ed autonoma; fa capo al comune di Scarlino, anche se l’area, che comprende ben 8700 ettari, è intercomunale. Il nome deriva dai bandi che venivano organizzati per la vendita di lotti di bosco. Si tratta per la maggior parte di macchia mediterranea, in particolare querce. Il fiore all’occhiello di questa riserva resta comunque la parte costiera, da tempo indicata come Oasi Faunistica e Area Naturale Protetta di Interesse Locale, in cui si trovano Cala Martina, ricordata per il passaggio di Garibaldi, e Cala Violina, una delle baie sabbiose più belle d’Italia, che ha la particolare caratteristica di “suonare” quando vi si passeggia.
Inoltre è presente un Parco Archeologico che documenta la presenza dell’uomo in quest’area già dal Neolitico e dove sono presenti anche mura di età ellenistica.

Storia ed archeologia

Già in epoca preistorica erano presenti alcuni insediamenti lungo la costa e sul rilievo dove sorge Scarlino; probabilmente si trattava di piccole tribù dedite alla caccia e alla raccolta dei prodotti spontanei del bosco. Nell’età del Bronzo però, con l’inizio di una piccola attività siderurgica, l’area divenne una grande riserva di combustibile; questo periodo è testimoniato dal Parco Archeologico di Poggio Tondo, che rappresenta uno dei siti archeologici più importanti della zona.
Nonostante il centro sia antico, come borgo nasce appena prima dell’anno Mille, come possesso degli Aldobrandeschi che dominavano la zona. Passò poi ai vescovi di Roselle e alla famiglia Alberti. Nel Duecento tornò ad essere un possedimento degli Aldobrandeschi e poi dei pisani.Il paese conserva molto del suo aspetto Medioevale; una delle porte del paese, Porta Senese, è datata 1255, la chiesa di San Donato, che pure rimaneggiata risale allo stesso periodo, e tutto il complesso della rocca e delle mura, con le tre torri angolari. La chiesa di San Martino risale al Trecento, ed è dello stesso periodo il complesso della Madonna degli Angeli.
Scarlino finì poi nelle mani degli Appiani di Piombino, sotto lo Stato dei Presidi spagnolo e annesso al Principato di Piombino. Rimase sotto Piombino fino all’Ottocento, quando fu annesso al Granducato di Toscana, di cui seguì le sorti.

Da visitare

Chiesa di San Donato:

questa chiesa risale al XII secolo, ed è in stile gotico e romanico; sono stati effettuati diversi restauri, nel Settecento e poi nel Novecento, quindi alcuni elementi hanno perso le loro caratteristiche. Ospita alcune opere di arte sacra, soprattutto strumenti liturgici.

Monastero di San Donato:

Attiguo alla chiesa, è un edificio medioevale la cui origine è però incerta. Si sa con certezza solo che nell’anno Mille gli Eremitiani di Sant’Agostino ne presero possesso. È stato restaurato nel Seicento.

Complesso della Madonna degli Angeli:

L’edificio è sorto in periodo tardo Medioevale come hospitale per i viandanti e i bisognosi. Fu restaurata alla fine del Cinquecento per volere di Isabella Medoza, e quindi assegnata agli agostiniani di San Donato. Risulta che fosse già abbandonata nell’Ottocento e ora ne sono visibili solo i resti.

Fonte del Canalino:

Trattasi di una fonte Cinquecentesca, realizzata per raccogliere le acque di questo versante del Monte Alma. Fu dotata di abbeveratoio per gli animali nel Settecento, e utilizzata come lavatoio pubblico e fonte fino agli anni Sessanta.

Centro di Documentazione del Territorio:

Il centro si trova in paese, e raccoglie materiali che illustrano le attività che si svolgevano in quest’area nell’età del Bronzo, ma anche fiorini d’oro del Quattrocento e alcune ceramiche spagnole.

Strutture di accoglienza: