Introduzione

Talamone è un piccolo centro che si trova nell’estremità meridionale dei monti dell’Uccellina, nel comune di Orbetello; è una cittadina molto antica e ricca di storia, ad un passo dal Parco Naturale della Maremma.

La Rocca di Talamone e lo splendido paesaggio costiero (Foto di Werner Kast)

Ambiente e Territorio

Talamone sorge su un basso promontorio roccioso, solo 32m di altitudine, che racchiude un piccolo golfo a cui da il nome, poco lontano dall’antico centro portuale.

Il Porto di Talamone (Foto di Avery Cording)

Le spiagge sono sabbiose e costeggiate da pinete,mentre nell’entroterra prevale la macchia mediterranea. Per la sua posizione sulla costa domina il mare fino al Monte Argentario.
Si trova inoltre al confine con il Parco Naturale della Maremma e fa parte del Parco Regionale dell’Uccellina.

Una notte di luna piena a Talamone (Foto di Carlo Napolitano)

Da Talamone è possibile accedere all’Acquario della Laguna, un piccolo acquario che comprende circa una decina di vasche.

Storia ed Archeologia

Il mito racconta che il nome di questo piccolo paese di pescatori sia dovuto appunto a Talamone, figlio di Eaco, che approdò in queste terre di ritorno dalla Colchide, la regione dove era custodito il vello d’oro. Sempre secondo la leggenda, l’eroe greco sarebbe stato sepolto sotto il promontorio su cui sorge il paese.
Tuttavia il primo insediamento risale al periodo Neolitico, sul Talamonaccio, come testimoniano alcuni ritrovamenti come punte di lance e pietre focaie. Un insediamento era presente anche nella zona dove sorge ora la città; infatti è presente una grotta con incisioni rupestri, sempre risalente allo stesso periodo.
Questo piccolo borgo è stato un importante porto commerciale in periodo etrusco, che funzionava da collegamento con l’entroterra maremmano. L’antica città, infatti, serviva anche Heba e Saturnia, e le sue rovine si possono rintracciare nelle colline attraversate dalla Via Aurelia In periodo romano, l’antica Talemon sorgeva su quella che oggi è chiamata la collina del Talamonaccio,come testimonia anche un tempio rinvenuto su questa collina; questo poggio però,è famoso soprattutto per la battaglia di Talamone. Nel 225 a.C. vi si svolse la battaglia vinta dai Romani, Umbri e Veneti di Attilio Regolo ed Emilio Papo contro i Galli, descritta dallo storico greco Polibio. Fu rasa al suolo da Silla,a causa dell’appoggio dato a Gaio Mario nella sua marcia verso Roma,al ritorno dall’esilio.
Intorno all’anno 1000 fu concessa ai monaci di San Salvatore che si trovavano sull’Amiata, per essere poi venduta a Siena all’inizio de Trecento.Dopo vari passaggi, nel 1559 diventò il più piccolo dei presidi Toscani assegnati agli Spagnoli dal trattato di Cateau- Cambresis. Passò poi all’Austria agli inizi del 1700, in seguito ai Borboni e ai Lorena. Solo quando tornò sotto il controllo del Granduca Leopoldo II, che si occupò della bonifica di tutta la zona, Talomone tornò a fiorire, grazie alla ripresa dell’agricoltura e al commercio.
Nel 1860, quando il paese fu annesso al Regno d’Italia, Giuseppe Garibaldi, che era in rotta per Marsala con i Mille, vi sbarcò la mattina del 7 maggio, per procurarsi armi dal comandante del porto e far partire una colonna, comandata da Zambianchi, verso il confine romano; questo avrebbe dovuto provocare un’insurrezione nello Stato Pontificio.Anche qui interviene una leggenda a raccontare cosa successe quando Garibaldi sbarcò a Talamone; il generale fece chiamare il capitano De Labar. Tentando di controllare la sua voce tonante, Garibaldi affermò che era molto contento di essere in maremma, apostrofando il capitano con un nome sbagliato, ma che non vedeva le vettovaglie e le armi che gli erano state promesse. Il pavido capitano rispose che avrebbe provveduto in qualche maniera, e due giorni dopo, grazie all’intervento del Colonnello Giorgini di Orbetello, i due bastimenti ripartirono attrezzati in maniera migliore e con il morale più alto. Solo sei giorni dopo però, Vittorio Emanuele II, fece arrestare e imprigionare nella Fortezza da Basso, a Firenze il colonnello Giorgini e il capitano De Labar, con l’accusa di alto tradimento. Poiché l’impresa dei Mille ebbe successo, vennero però liberati, prosciolti e reintegrati nei ranghi, recuperarono le paghe che erano state confiscate, e ebbero onori e un cospicuo companatico.

Il mare di Talamone (Foto di Andrea “Bowman77”)

Il paese mantiene l’aspetto di piccolo borgo di pescatori; è presente un modesto porto, circondato da mura medioevali e dominato da una rocca di pietra grigia realizzata nel Cinquecento dai senesi, come postazione di guardia sul golfo, che purtroppo danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche la chiesa dedicata all’Assunta purtroppo ha subito la stessa sorte, ed è stata quasi completamente rasa al suolo; fu ricostruita nel 1949, inglobando le rovine della chiesa distrutta. Le rovine dell’antica città si trovano sul Talamonaccio, mentre vicino alla deviazione della Via Aurelia per Fonteblanda si trovano le rovine di una antica villa romana particolarmente estesa; inoltre sono presenti ancora le antiche cisterne, sempre costruite in periodo romano.

Strutture di accoglienza: